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Diviso tra il realismo toscano del secondo Ottocento e l'ambizione di procedere oltre la tradizione macchiaiola, Renato Natali (1883-1979) interpreta quel vento di avanguardia che, dalla Spagna e dalla Francia, arriva fino alla Toscana. La sua produzione, assai prolifica, attraversa quasi l'intero Novecento. Inizia all'insegna di una pittura visionaria che fa della sua Livorno una città di stridenti contrasti di luce, percorsa e animata da una folla oscura e indistinta. Le tele fissano in immagini scene raccolte in vicoli e angiporti, l'esigenza di modernità lo spinge in luoghi imprevedibili, verso l'ibrida vitalità di una città misteriosa e malfamata, nei cui meandri si aggira come un flâneur. Con gli anni la sua opera scivola verso una lingua più domestica, un dosaggio di luci e ombre che dal dramma pittorico approda a una dimensione più consolatoria, verso una sorta di narrazione pittoresca. Il volume raccoglie circa un centinaio delle sue maggiori opere, pubblicate tutte a colori e a piena pagina. In apertura il saggio di Dario Matteoni "Un prestigiatore del colore verso le avanguardie". Concludono l'opera un testo biografico e una bibliografia aggiornata. Prefazione di Sira Borgiotti.